venerdì 6 giugno 2008

Yamaha VMax 2009

Le origini del mito
La Yamaha nel corso della sua storia ha molto spesso inaugurato nuovi filoni motociclistici che molto frequentemente sono stati seguiti da case giapponesi ed europee.

Correva l'anno 1984 quando la Yamaha fece debuttare sul mercato statunitense la VMax, dotata di un quattro cilindri a V di 70° di 1200 cc che inaugurò il filone delle "muscle bike" meglio conosciuto come genere "streetfighter". Una moto di questo tipo, aveva la funzione di esaltare ai massimi livelli l'aggressività e il "carattere" del concetto di motocicletta attraverso numeri da primato e linee non convenzionali. Il team della Yamaha USA, capitanato da Ed Burke, prendendo spunto dal mondo automobilistico americano famoso per le sue auto V8, denominate "muscle cars", creò questa proposta che non solo ha segnato la storia del marchio dei tre diapason ma ha anche lanciato un nuovo modo di intendere la moto.









Attraverso una cilindrata che per l'epoca era molto elevata, e dati di potenza, accelerazione e coppia davvero notevoli, questa moto si proponeva di miscelare lo stile ricercato delle naked con la "forza" dei propulsori destinati alle gare di accelerazione e con l'aggiunta di soluzioni provenienti dal mondo custom. I convogliatori d'aria ai lati della moto ricordavano gli snorkel delle auto da corsa americane, ma anche i pneumatici con le scritte bianche rendevano questa moto un efficace mix di stile e prestazione pura. La moto, data la presenza della trasmissione a cardano si rivelò abbastanza impegnativa nella guida e indicata soprattutto a motociclisti smaliziati.
In Europa la moto debutta nel 1985 con una versione da 100 cv, ma ben presto la versione americana da 145, "scalda" in maniera maggiore gli appassionati non spaventati dalle pratiche dell'importazione pur di averla in garage. Molto famoso è il sistema V-Boost della versione d'oltreoceano di cui riporto uno stralcio preso da VMax.it (sito riconosciuto ufficialmente dalla Yamaha), per capirne bene il funzionamento:

"A partire dei 5730 giri/min un servo motore elettrico, controllato dal sistema d’accensione, apre una farfalla posta in un condotto che collega i due carburatori che alimentano i cilindri anteriore e posteriore, parzialmente aperta fino ai 8000 giri/min e da qui in avanti totalmente aperta, questo porta a raddoppiare l’alimentazione per ogni cilindro e a mettere a profitto l’effetto delle onde create dalla chiusura delle valvole ad alta velocità. Queste onde si trasferiscono alternativamente dai cilindri anteriore a quelli posteriori attraverso il condotto della farfalla e viene forzato il passaggio del gas con velocità massima. I quattro carburatori hanno l’effetto di otto, questo sistema possiede ugualmente il vantaggio di conservare una coppia fenomenale a bassi regimi, di combinare potenza e coppia a medi regimi, di salire rapidamente di giri per portarsi in un sol colpo ai piedi dei 145 cv a partire dei 6000 giri/min tutto questo senza la brutalità del turbo."

Moltissime sono le special basate su questa moto, la maggior parte delle quali votate all'esasperazione del concetto di velocità e aggressività. Il successo di questa moto, è stato talmente importante da spingere la Honda, acerrima rivale della Yamaha, ad approntare nell'anno 1998 la quadricilindrica X4, destinata al mercato giapponese e a qualche paese europeo. Potete notare come la moto sia ispirata fortemente alla VMax.

Honda X4 1998:



La VMax rimane in produzione fino al 2008, anno nel quale viene presentata, dopo circa 23 anni di carriera commerciale, l'erede. Nel 2005 la moto viene proposta, solo per il mercato americano, in una particolare edizione celebrativa, dedicato al ventesimo anno di commercializzazione. Gli esemplari di questa particolare versione sono 2000. Qui di seguito vi mostro la foto della moto nella versione speciale e quella in vendita negli Usa nel 2008.

Yamaha VMax 1200 Limited Edition 20th Anniversary 2005:


Yamaha VMax 1200 2008 (Usa):


Seconda generazione
L'erede della Vmax 1200, è stata presentata in Spagna due giorni fa. La moto, conserva le linee guida della prima versione, mantenendo i tratti principali che hanno contraddistinto una delle moto più longeve di tutti i tempi. La novità di questa proposta risiede soprattutto nel propulsore che, unico elemento in comune con il predecessore, mantiene lo schema a V dei quattro cilindri. La cilindrata di questo propulsore completamente riprogettato, è di 1679 cc e le bancate dei cilindri sono state ridotte di 5°, passando quindi a 65°. L'elettronica, data l'esperienza accumulata con i propulsori sportivi della R1 e della R6, conta su cornetti di aspirazione ad altezza variabile e sull'acceleratore elettronico. I carter sono in pregiato magnesio.
Il quattro cilindri eroga 147,2 kW (200 CV) a 9.000 giri/min e i valori di coppia sono 166,8 Nm (17,0 kg-m) a 6.500 giri/min. Una potenza veramente impressionante, considerando che si tratta di una naked.




Per quanto riguarda il telaio e la trasmissione anche in questo settore sono stati effettuati degli importanti cambiamenti dovuti ovviamente al progetto completamente nuovo e alla notevole dose di potenza in più da gestire. Il primo è costituito da una nuova struttura " a diamante" composta da sezioni in alluminio estruse, pressofuse e fuse per gravità. La trasmissione finale conta sempre su una (nuova) unità a cardano, abbinata ad una sospensione di tipo monocross. La forcella anteriore ha gli steli di 52 mm di diametro e i freni anteriori, sono a 6 pistoncini con supporto delle pinze di tipo radiale. I profili dei dischi freno anteriori sono ondulati ed hanno un diametro di 320 mm mentre al posteriore è presente un disco di 298 mm. La moto è dotata di un nuovo ABS, sviluppato ex-novo per questa moto. L'interasse della moto rimane molto lungo, 1700 mm e per cercare di centralizzare le masse, il serbatoio da 15 litri è stato collocato sotto la sella. La Yamaha produrrà nella propria sede giapponese solo un numero limitato di esemplari di VMax, destinati a tutto il mondo. La prenotazione può avvenire solo sul sito www.new-VMAX.com e il prezzo è stimato in 20000 euro.







Yamaha continua nell'utilizzo di nomi storici che l'hanno resa celebre nel corso degli anni. Questo remake, ha impiegato molto tempo per essere sviluppato adeguatamente e credo siano stati notevoli gli sforzi per creare una moto guidabile, nonostante l'interasse molto lungo e la potenza elevatissima. Probabilmente non sarà così estrema nella guida come la progenitrice ma i numeri per parlare di lei ci sono tutti. Peccato che tanta tecnologia e tanto lavoro siano comunque disponibili in quantitativi limitati: in questi anni di lunga carriera commerciale i fans della Vmax saranno diventati molti.
Non è certamente il mio tipo di moto, ma devo riconoscere l'enorme sforzo che la Yamaha ha compiuto per non aver snaturato una delle moto più rappresentative che abbia mai prodotto. Infatti anche senza il marchio sul serbatoio, è facile riconoscerla. E questa è sicuramente una caratteristica da non sottovalutare. Il segmento di mercato in cui si affaccia questa moto e creato dalla Vmax 1200, è al momento occupato dalla Suzuki B-King di cui avrete già sentito parlare.

Scheda Tecnica

Motore
Tipo: 4-tempi, DOHC, 4 valvole, 4 cilindri a V
Raffreddamento: A liquido
Cilindrata: 1.679cc
Alesaggio x corsa: 90,0 x 66,0 mm
Rapporto di compressione: 11,3:1
Potenza massima: 147,2 kW (200 CV) @ 9.000 giri
Coppia massima: 166,8 Nm (17,0 kg-m) @ 6.500 giri
Lubrificazione: A carter umido
Alimentazione: Iniezione elettronica
Frizione: Dischi multipli in bagno d'olio
Accensione: TCI
Avviamento: Elettrico
Trasmissione: A cardano
Impianto di scarico: Euro 3
Cambio: 5 marce in presa costante
Capacità serbatoio carburante: 15 litri
Quantità olio: 5,9 litri

Ciclistica
Telaio: Alluminio, con struttura a diamante
Sospensione ant.: Forcella, Ø 52 mm
Escursione ant.: 120 mm
Sospensione post.: Forcellone oscillante (a leveraggi progressivi)
Escursione post.: 110 mm
Inclinazione cannotto di sterzo: 31°
Avancorsa: 148 mm
Freno ant.: Doppio disco a margherita, Ø 320 mm
Freno post.: Disco a margherita, Ø 298 mm
Pneumatico ant.: 120/70 R18M/C (59V)
Pneumatico post.: 200/50 R18M/C (76V)

Dimensioni
Lunghezza: 2.395 mm
Larghezza: 820 mm
Altezza: 1.190 mm
Altezza sella: 775 mm
Interasse: 1.700 mm
Distanza minima dal suolo: 140 mm
Peso in ordine di marcia: 310 kg

Se tra i miei lettori ci sono fans della VMax, qui di seguito ho raccolto dei siti che potrebbero interessarvi, qualora voleste approfondire maggiormente l'argomento. In giro per il mondo sono tantissimi i siti e i forum dedicati a questa moto. Navigando potrete trovarne molti altri.

Links:

VMax.it

VMax outlaw

VMax.cz

VMax Le Club

V-Max.com

Vaumax

Foto: Motoblog, VMax.it, Motorcycles Specs, Motorcycle Usa,
Motosvet e Yamaha USA

7 commenti:

Giovanni Stoto ha detto...

mmmmmmmm, non so...

la vecchia vMax é stato uno dei miei sogni, ma questa é sgraziata, pesante, goffa... quegli scarichi poi sono inguardbili, e l'airbox con due fori tondi gli toglie aggressivitá...

non mi piace...

Francè ha detto...

beh gandalf dovevano proporre la vmax del nuovo millennio e con una cilindrata di 1700 cc e 1700 mm di interasse la moto fisicamente non può venire snella.
E' nata per impressionare...

quel tipo di canalizzazioni per l'air box richiamano in maniera ancora più evidente le auto americane. se vai a vedere la wakan nella sezione bikes noterai la forma simile..le v8 americane (bellissime) sono fonte di ispirazione per molti!

Demonio Pellegrino ha detto...

devo dire che invece io la trovo molto bella, a parte gli scarichi, che mi paiono troppo massicci. Ma vanno visti dal vero.

France', comunque complimenti, questo post e' davvero ben fatto. E' un piacere leggerti.

una domanda: cos'e' il poccolo indicatore attaccato al tachimetro, che si vede in foto?

Francè ha detto...

Demonio grazie per i complimenti innanzitutto ;)

Gli scarichi sono cosi grandi penso per due motivi: 1) euro 3
2) per riproporre i "megafoni" della versione originale in una nuova salsa. Saranno disponibili degli accessori, e penso anche degli scarichi (spero li facciano realizzare ad akrapovic)

Il piccolo indicatore (attaccato al contagiri...penso sia quello a cui ti riferisci) credo sia il led di cambiata. Si illumina quando è ora di cambiare marcia. E' presente sulle moto sportive questo indicatore. Come puoi notare, è stato inserito per dare l'idea di un motore molto potente..niente è lasciato al caso

Francè

Demonio Pellegrino ha detto...

oh, il led di cambiata di marcia ce l'ho anche sulla mana...ne devo dedurre che è molto potente?

Secondo me in quel caso hanno fatto una boiata. In una moto cosi' ci stava meglio o nulla o il contagiri...(sulla mana voglio dire)

giuseppe ha detto...

Posseggo una v-max europa anno 99' e' possibile modificarla x farla diventare versione europa?
Grazie beppe

Francè ha detto...

Ciao Giuseppe, benvenuto al Cafè!

Penso tu voglia trasformare la VMax in versione americana...per me ti conviene domandare nei siti che ho elencato nel post.

Io non so risponderti...bisognerebbe vedere l'entità delle modifiche e soprattutto CHI le dovrebbe effettuare..

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